venerdì 25 luglio 2014

Le mie pagelle: El Rocio

El Rocio - Voto: 10+

Questo è uno dei luoghi più speciali in cui io sia mai stato. Ci sono arrivato dalla strada che costeggia il Parco Nazionale di Donada - riconosciuto come riserva della biosfera dell'Unesco per via della grande varietà di ecosistemi e specie animali che ospita - davvero una meraviglia per gli occhi. El Rocio sorge al limitare del parco, dietro un grande stagno popolato da uccelli. (Dall'altra parte del parco, alle spalle di El Rocio, nascosti dalla vista del viaggiatore sognatore che arriva dalla costa, si trovano i chilometri di tunnel di plastica della scandalosa coltivazione intensiva di fragole della provincia di Huelva, un danno enorme per l'ambiente a causa del disboscamento, dell'inquinamento da plastica e pesticidi e dell'inaridimento del terreno, oltre ai problemi sociali legati allo sfruttamento della manodopera stagionale. Tutto questo non è El Rocio, ma mi sembrava giusto aprire una piccola parentesi).

Il santuario de Nuestra Señora del Rocío

Dalla strada si vede svettare la bianca Ermita il cui profilo è riflesso nelle acque davanti alla chiesa. Questo santuario ospita la statua di una vergine oggetto di culto che richiama ogni anno, nei giorni della Romeria (il pellegrinaggio), oltre un milione di visitatori. Entrare nel villaggio è particolarmente suggestivo: ci si lascia alle spalle la strada asfaltata e si prosegue sulla terra battuta, alzando la polvere, tra i locali che si muovono a cavallo, edifici bianchi e quelli che potrebbero essere saloon. E' un angolo di far west messicano, perduto nel tempo, un villaggio di 1.600 persone, in gran parte gitani.

Bisogna passarci una notte per capire di cosa si tratta. Non veniteci durante il pellegrinaggio alla Paloma Bianca, l'atmosfera non sarebbe sicuramente la stessa. Il resto dell'anno i ritmi sono lenti, la gente va a letto presto. Mentre sto cenando in un ristorante all'aperto sento il rumore degli zoccoli di un cavallo: prima leggero, poi sempre più forte, si sta avvicinando. Mi giro e vedo il cavallo che ormai è proprio dietro di me: lo cavalca un ragazzo che chiama un cameriere, ordina un bicchiere di vino tinto e se lo beve restando in sella al suo destriero. Durante la notte gli unici suoni che sento non provengono dalla strada, totalmente silenziosa, ma dalla laguna: decine e decine di uccelli vi accompagneranno mentre prenderete sonno e il loro gracchiare e stramazzare saluterà il vostro risveglio. Al mattino, il villaggio si popola lentamente: prendetevi il tempo che serve per la bella passeggiata che costeggia lo stagno - vedrete cavalli liberi che passeggiano a bordo delle acque o si fanno un bagno insieme ai fenicotteri! - ed arrivate al grande spiazzo di fronte il santuario. Mi hanno detto che nelle ore pomeridiane pullman di turisti rovinano l'atmosfera: io sono arrivato in serata e sono ripartito in tarda mattinata, ho visto pochi turisti e un paese autentico. Potrebbe suscitarvi qualche perplessità programmare di passare una notte in quello che è uno dei villaggio dei gitani di Spagna, di fatto a casa di quelli che chiamiamo rom e zingari: io l'ho fatto e conservo un bellissimo ricordo. Come ho letto da qualche parte, in riferimento alle strade che qui sono sabbiose e non asfaltate, "a El Rocio i passi non fanno rumore, ma lasciano il segno".


Clicca qui per continuare la lettura con il prossimo articolo e guardare le foto di El Rocio


Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento verrà pubblicato nel giro di poche ore dalla conferma di pubblicazione (ovvero dopo il messaggio con sfondo giallo con scritto "Il tuo commento sarà visibile dopo l'approvazione.")